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GLI EFFETTI BENEFICI DELLA CRISI NELL’UOMO SECONDO ALBERT EINSTEIN: YULHMA V. BALDERAS ORTIZ.

GLI EFFETTI BENEFICI DELLA CRISI NELL’UOMO SECONDO ALBERT EINSTEIN

di Avv. Yulhma V. Balderas Ortiz

Dottore di ricerca in Diritto pubblico, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”

 

Gli effetti della crisi economica a livello internazionale, in Europa, ed in particolare in quei Paesi che hanno pagato i costi della crisi, fra cui la Grecia; ci ritroviamo davanti delle immagini paragonabili a quelle della Grande Depressione, immortalate nel 1936 nel film Modern Times (Tempi moderni) interpretato, diretto e prodotto da Charlie Chaplin, in cui il regista inglese tocca con mano la disperazione dei senza lavoro, il dramma della sopravvivenza, la crescente disoccupazione e l’automazione presente nelle fabbriche, lo sfruttamento, i milioni di esseri umani sulla strada verso un futuro incerto.

Tuttavia questa dura realtà non deve spaventare, anzi è proprio in questo contesto di crisi che la creatività degli esseri umani si esprime con bellissime opere d’arte, quindi, oggi è il momento giusto per modificare questa realtà.

Albert Einstein nell’opera Il mondo come io lo vedo del 1931 (testo che raccoglie scritti non strettamente scientifici, ma riflessioni sui grandi temi della vita), supera il suo campo di azione per spaziare negli altri ambiti della conoscenza, collocandosi in quella posizione “meta” abitata dai filosofi. Forse anche per questa ragione il suo pensiero è in grado di parlare all’uomo contemporaneo: la crisi viene definita una “benedizione”.

In questo XXI secolo. Agli Stati membri della Comunità Internazionale che stanno vivendo dei momenti drammatici per gli effetti della crisi economico – finanziaria, potrebbe suonare come provocazione, quasi un’espressione irriverente nei confronti di chi patisce.

Tuttavia guardiamo nel dettaglio il periodo in cui il testo è stato scritto (nel 1931, anno in cui è stato massimo il riverbero in Europa della grande crisi economica del 1929 scoppiata in America). Una Europa caduta in default, la disoccupazione dilagante e poi la guerra. Una realtà che spingerà Einstein a rifugiarsi negli Stati Uniti due anni dopo. “Benedizione” non può dunque assumere una connotazione cinica. Bisogna piuttosto considerare che è prerogativa del pensiero geniale l’andare oltre il contingente, superare il proprio “particolare”. Solo così è possibile cogliere il significato autentico delle parole dello scienziato ed intendere la crisi come sfida, apertura di opportunità e leva di progresso.

Per Einstein il vero pericolo è attribuire alla crisi la responsabilità dei propri fallimenti e quindi rimanere prigionieri della propria inattività, a scapito del talento, della creatività, della ricerca di vie d’uscita. L’unica crisi pericolosa diventa, allora, la tragedia di non voler lottare per superarla: «Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi “porta progressi”. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla».

Con queste incoraggianti riflessioni sulla crisi dello scienziato Albert Einstein, che la risposata alla crisi la abbiamo noi!!!

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